martedì 10 agosto 2010

La Patente della Felicità © - 1 - Occhi sulla strada

Eccoci alla prima lezione ufficiale del e-corso "La Patente della Felicità ©"
Spero abbiate letto l'introduzione, altrimenti andate subito a leggerla e poi tornate qui, iniziate ad assimilare un po di concetti e vedrete che la vostra vita non potrà che cambiare per il meglio.

Ora vorrei iniziare a creare in modo istantaneo un bricciolo di felicità in chi sta leggendo.
Mi ricordo da bambino e da ragazzino, quando avevo paura di affrontare delle situazioni come ad esempio il primo giorno di scuola, una verifica importante, o l'esame di terza media...beh mia madre in quelle situazioni mi dava sempre un consiglio, consiglio che seguivo ma spesso lo sottovalutavo.
Quando ho intrapreso il mio percorso di crescita personale ho riscoperto nella mia mente quanto mia madre avesse ragione.
Purtroppo noi occidentali abbiamo disimparato a respirare. Non ci pensiamo mai, ma il respiro è vita, la parte inconscia del nostro cervello lo gestisce in modo automatico, ma possiamo gestire la respirazione in modo conscio ed in questo modo ci allineiamo con la sorgente di energia dell'universo.
Mia madre, come dicevo, prima di un evento importante della mia vita era solita dirmi "Prendi un bel respiro e poi vai!".
Bene, vi suggerisco di fare questo esercizietto, poi saltiamo in macchina per la prima guida verso una nuova vita di felicità.
Chiudete gli occhi ed iniziate lentamente ad inspirare, sentendo l'aria fresca (o calda, come la sentite...) che passa nelle vostre narici e arriva nei vostri polmoni. Espandete la pancia il più possibile riempendovi di aria.
Trattenete per un po, poi espirate gentilmente, con tranquillità. Concentrati solo sul vostro respiro e su come l'aria circola dentro e fuori dal vostro corpo; ripetete questo esercizio per altre 2 volte. Con tranquillità e naturalezza.
Fatelo adesso.

Aprendo gli occhi non vi sentite un po meglio. Con me funziona sempre...è la saggezza antica di mia Ma (anche se lei è tutt'altro che antica). E' la saggezza antica di culture millenarie.

Ora allacciatevi le cinture che si parte e mi raccomando: occhi sulla strada.
Qual'è l'analogia tra la felicità e gli occhi sulla strada mentre si guida?
Presto detto: guidando non è proprio sano guardare sempre indietro (facilmente ci andremmo a schiantare), ne è possibile vedere oltre la collina o oltre la prossima curva, al massimo è possibile rallentare per prudenza.
Noi nella nostra vita invece abbiamo la tendenza a guardare spesso indietro, a rimuginare su eventi passati, oppure continuiamo a pensare al futuro, a che potrebbe accadere di brutto in ogni circostanza. Beh così ci perdiamo il momento, non abbiamo gli occhi sulla strada e non è certo facile raggiungere la meta (felicità o obiettivi) in questo modo.

Prima di analizzare più in profondità i due comportamenti sopra descritti vorrei fare ancora una riflessione.
Non credo che nessuno abbia imparato a guidare completamente da solo, insomma serve o un maestro in carne ed ossa, o almeno un libro che ci dica come fare, quali pedali premere e come cambiare marcia, il significato dei cartelli stradali e via dicendo...
E per essere felici invece da chi si può imparare? Quali sono le persone che sono felici la maggio parte del tempo, e se non sono felici ci preoccupiamo?
Se non ci siete arrivati ve lo dico io. Sono i bambini.
Esistono delle eccezioni (purtroppo) ma nonostante siano piccoli, spesso non adeguati a fare le cose e abbiano tutto da imparare, beh i marmocchi sono la maggior parte del tempo felici e sorridenti.
E quando sono tristi e imbronciati è una stranezza, ci chiediamo subito come mai.
Invece tra adulti quando ci si vede tristi e imbronciati è la norma, mentre chi è felice è l'eccezione.
Prova a girare in macchina in città nelle ore di punta. Quante facce sorridenti vedi negli abitacoli?
Beh io direi ZERO. E se ne vediamo qualcuno che ride, mentre siamo imbottigliati nel traffico che pensiamo? "Cazzo c'avrà da ridere quello str...?" Mentre la norma per l'automobilista e mandarsi affanculo a vicenda!
Questo è bizzarro e sicuramente non contribuisce alla felicità, perchè citando Roberto Re "Abbiamo reso normale l'anormale!"
La condizione normale per l'uomo è essere felice, non incazzuso o quant'altro, ma felice. Solo che crescendo ce ne siamo dimenticati perchè bombardati da miglioni di esempi, da milioni di frasi negative ricevute dai nostri genitori, dai nonni, dalla TV ecc.

Cosa porta quindi un bambino ad essere in genere felice e un adulto no? Sicuramente uno degli aspetti è la sua capacità nel focalizzarsi sul presente e dare il 100% di se stesso in quello che fa. Quando un gagno vuole una cosa ci mette tutto l'impegno. Quando è assorto in un gioco lo è completamente.
Gli adulti invece sono troppo spesso con la mente nel futuro o nel passato, è una mentalità contorta quella che ci circonda ma vi garantisco che vi poniamo subito rimedio.

Iniziamo dallo specchietto retrovisore. Quanto siete innamorati di questo specchietto retrovisore?
Continuate a guardarci dentro? Continuate a ripercorrere nella vostra mente le scene del passato e continuate a provare emozioni negative? Beh questo è un bello spreco di benzina emotiva, e non contribuisce per niente a rendere più felice la vostra vita.
Ci sono alcuni modi diversi di guardare lo specchietto retrovisore:

  1. Senso di colpa: avete fatto una cazzata nel passato (o credete anche solo di averla fatta), magari 10 anni fa e continuate ad ammazzarvi il cervello pensando a quanto siete stati male, e così facendo continuate a stare male. Questi comportamenti mentali derivano proprio dall'educazione ricevuta, e dai condizionamenti culturali e religiosi. E' una forma di controllo, che alcuni genitori applicano in modo inconscio, pensando di farci del bene ma creandoci dei danni non indifferenti, mentre i potenti la applicano in modo conscio e così continuiamo a permettere loro di inchiappettarci e ci fanno fare quel che vogliono loro. Comunque il mio suggerimento è di scaricare dalla macchina tutta la zavorra inutile, che rallenta ed affatica il motore. Il passato è passato, non si può cambiare. Perdoniamoci e accettiamo il fatto che le cose sono andate così. Non è certo necessario continuare a rimuginare sul passato per far tesoro delle nostre esperienze.
  2. Rimpianto: "Se avessi preso quella strada magari..." Magari un cavolo, anche in questo caso il passato è passato, abbiamo fatto delle scelte, basandoci su ciò che sapevamo. Se poi sono risultate sbagliate è sempre nuova esperienza che ci aiuta a prendere la strada giusta la prossima volta. Bello spreco di benzina emotiva farsi i film mentali di come sarebbe potuta essere l'altra strada.
  3. Continua irrealizzazione: continui a pensare di aver premuto troppo poco l'acceleratore? Avresti potuto dare di più? Bhe inizia adesso a dare di più. Non focalizzarti sulle strade che non hai fatto, ma su quella che stai percorrendo. Il ragionamento "Potrei, dovrei, ma non lo faccio" è una strada che conduce ad un precipizio. Ma in ogni caso è inutile focalizzarsi sui precipizi passati. Teniamo occhio alla strada.
Analizziamo adesso ciò che accade a chi proietta sempre i propri pensieri dietro la prossima curva o dietro alla prossima collina:
  1. Preoccupazioni: il non-senso della parola in se già la dice lunga, come si fa a pre-occuparsi di qualcosa, o te ne occupi o non te ne occupi, in macchina non è possibile pre-frenare, pre-accelerare o pre-girare il volante. O si fanno queste azioni o non si fanno. Giustissimo è valutare la propria velocità per affrontare una curva in sicurezza ma inutile continuare a pensare alle mostruosità che potremmo trovare dopo la collina. Esempio di grande spreco di benzina emotiva è il continuare a pensare a che cose brutte possono accaderci nel futuro. Se ci accadranno le affronteremo. Ma visto che l'universo gradisce molto l'energia positiva se ci focalizzassimo di più su ciò che di bello può succederci, per la legge della media, ci accadranno più spesso cose belle che cose brutte.
  2. Ansie: per colpa dei bombardamenti dei media sembra impossibile non vivere nell'ansia e nello stress. Il continuare a temere di schiantarsi alla prossima curva o che qualche pazzo ci tagli la strada è un comportamento sbagliato , non la normalità. Il continuare a provare sensazioni di paura per il futuro sottolinea una possibile mancanza di fiducia in se stessi. Ma grazie alla Patente della Felicità ©, la riotterrete. Per ora il da farsi è contemplare anche tutte le opzioni positive del viaggio. Arrivare sani alla meta, percorrere tratti di strada con paesaggi bellissimi e fermarsi all'autogrill per spararsi un caffettino più brioches. In poche parole godersi il viaggio per quello che è.
Tutti nella vita provano emozioni di paura, ansia, nervoso, frustrazione e mille altre. Tutte emozioni che fanno parte dell'animo umano. Ma adesso, conoscendone gli inganni potete governarle un po meglio e, focalizzandoci sul presente, tenendo gli occhi sulla strada non permettiamo che tali emozioni abbiano il sopravvento si di noi. Dobbiamo riscoprire il bambino che c'è in noi, con la capacità di provare emozioni positive per quello che stiamo facendo, controllando i nostri pensieri che vagano troppo nel passato o nel futuro.

Alla prossima volta con un nuovo capitolo che ben presto vi porterà ad una bella e luccicante Patente della Felicità ©

PS commenti e suggerimenti sono più che graditi!

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